Galileo Galilei |
L'unica struttura permanente presente sul pianeta risultò quella che fu poi detta la Grande Macchia Rossa che, seppur a volte viene velata e scompare alla vista, è stata osservata costantemente per almeno tre secoli. Oggi si sa che le strutture del pianeta sono assai variabili anche dal punto di vista cromatico. Tale caratteristica però sfuggì ai primi osservatori a causa dei cannocchiali allora impiegati ed al pallore delle immagini che impediva di apprezzare le sfumature di colore. Alla fine dell'ottocento furono osservate le caratteristiche bande di assorbimento che poi si scoprirono essere dovute al metano ed all'ammoniaca presenti al di sopra dello strato di nubi che ricopre il pianeta.
Nel 1676 l'astronomo olandese O. Roemer ottenne, studiando le eclissi dei satelliti galileiani, la prima misura della velocità della luce.
Giove fu il secondo corpo celeste, dopo il Sole, ad essere individuato quale sorgente di disturbi radioelettrici. Le prime osservazioni vennero effettuate nel 1955 da B.F. Burke e K.L Franklin nella lunghezza di onda di 13 metri. I disturbi radio cambiavano di frequenza in modo caratteristico e l'energia coinvolta risultava molto grande, dell'ordine di quella liberata dallo scoppio di diverse bombe all'idrogeno. Osservazioni interferometriche mostrarono che la sorgente del disturbo era localizzata e si scoprì che le emissioni erano strettamente correlate alla posizione orbitale del satellite Io. L'emissione risultava estesa e sembrava provenire da un grande anello toroidale, il che deponeva per la possibile esistenza di una vasta ed attiva magnetosfera studiata in dettaglio dalle sonde spaziali.