Le sonde Voyager hanno misurato una velocità massima dei venti (verso est) di quasi 500 m/sec all'equatore mentre esistono venti zonali a latitudini di 30°, 50° e 60° nord e sud con velocità comprese tra 100 e 150 m/sec. Soffiano pure venti diretti verso est a 40°, 58° e 70° di latitudine nord e sud determinando così, come su Giove, zone di instabilità.
L'andamento meteorologico generale su Saturno sembra stabile su lunghi periodi di tempo; certamente maggiori di quelli di Giove. Si nota in particolare la perfetta simmetria nella distribuzione dei venti nei due emisferi, sebbene l'equatore sia inclinato di 27° rispetto al piano dell'orbita; questo dovrebbe determinare (come sulla Terra) un effetto stagionale diverso nei due emisferi. Dal momento che ciò non avviene si ha conferma ulteriore del fatto che la radiazione solare è troppo debole per influenzare la dinamica delle nubi di Saturno. La causa dei moti delle nubi va quindi ricercata nella produzione di calore nell'interno del pianeta.
Si riescono ad osservare numerose macchie ovali che possono rimanere, come la "Grande Macchia Rossa" di Giove, visibili per anni ed anche, probabilmente, per secoli.
Il Telescopio Spaziale nel dicembre del 1991 ha rivelato una estesa formazione biancastra che, allungandosi sull'equatore, abbraccia quasi tutto l'emisfero. Dal colore si deduce che si tratta di un'enorme formazione di nubi di ammoniaca. Il telescopio del Pic du Midi sui Pirenei ne ha seguito l'evoluzione nei mesi seguenti. Se ne è potuto così osservare l'aumentare della sua estensione sino ad abbracciare l'intera circonferenza di Saturno. La causa di questo fenomeno meteorologico è ancora sconosciuta ma potrebbe anche trattarsi di una configurazione stabile di solito occultata dalle nubi di ammoniaca ed idrocarburi che la sovrastano.
Strutture e "macchie" nell'atmosfera di Saturno.