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In Italia
2 dicembre. Braccianti uccisi
Avola, 1968 Uffici, banche, negozi, scuole, poste, cantieri, bar, circoli, è tutto fermo a causa dello sciopero a sostegno della lotta dei braccianti per il rinnovo del contratto di lavoro. Gli studenti in corteo raggiungono la statale 115, dove i braccianti hanno organizzato blocchi stradali. Il prefetto, D'Urso, comunica al sindaco socialista di Avola, Giuseppe Denaro, l'imminente intervento della polizia da Catania, per rimuovere i blocchi, e verso le 11 il contingente della Celere catanese giunge nei pressi del bivio Lido di Avola.

La situazione precipita. Alle ore 14, i commissari di polizia, con indosso la sciarpa tricolore, ordinano la carica: tre squilli di tromba e inizia il lancio dei lacrimogeni. I braccianti cercano riparo; alcuni lanciano sassi. Il vento spinge il fumo dei lacrimogeni contro la stessa polizia: è allora che gli agenti aprono il fuoco contro i braccianti. Un inferno che durerà circa mezz'ora. Alla fine, Piscitello, deputato comunista, raccoglierà sull'asfalto più di due chili di bossoli. Due braccianti, Giuseppe Scibilia, 47 anni, e Angelo Sigona, 25 anni, vengono uccisi.