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Premessa
Gli anni della corsa allo spazio dal lancio dello Sputnik 1 (1957) allo sbarco sulla Luna (1969), tra grandi mutamenti sociali e guerra fredda.
Gli anni della corsa allo spazio, compresi tra il 1957 (lancio dello Sputnik 1) e il 1969 (sbarco sulla Luna), costituiscono un periodo irripetibile nella storia dell'umanità, un periodo contraddistinto da grandi mutamenti sociali e da un confronto - non sempre soltanto ideologico - tra i due Blocchi di alleanze politico-militari usciti dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale.
Rievocare la corsa allo spazio avvenuta tra lo scorcio finale degli anni '50 e dei '60 non significa infatti immergersi soltanto in una disquisizione puramente scientifica e tecnologica; significa invece calarsi in una realtà temporale che non ha eguali nella storia umana, permeata ad ogni livello della società e della convivenza civile dalla spada di Damocle della Guerra Fredda e dalla volontà delle Superpotenze in essa coinvolte di superarsi in qualsiasi campo dello scibile umano, al fine di affermare il primato della propria concezione di vita su quella dell'avversario.
La corsa allo spazio, volta via via verso obiettivi sempre più importanti ed ambiziosi come la messa in orbita del primo satellite artificiale, poi del primo uomo e, infine, lo sbarco sulla Luna, non può essere vista come un qualcosa di asetticamente estraibile dal contesto storico-politico di quegli anni, perché proprio nell'ambito di quel contesto essa trova la sua più immediata e riconoscibile connotazione.
Non si può infatti non considerare la valenza propagandistica - ben prima di quella scientifica - assegnata in quegli anni dalle Superpotenze alle missioni spaziali e ai primati ad esse associati.
Si pensi per esempio alla valenza data dal regime sovietico alle prime importanti realizzazioni nel campo delle tecnologie spaziali, la messa in orbita del primo Sputnik nel '57, del primo uomo nel '61, della prima donna nel '63 e la prima passeggiata spaziale nel '65, e come queste conquiste della scienza e della tecnica - pur se ottenute a prezzo di rischi che oggi sarebbero considerati semplicemente inconcepibili - siano state abilmente sfruttate dalla propaganda per mostrare a tutto il mondo la presunta superiorità del sistema comunista.
Allo stesso modo, la reazione del colosso statunitense ai primi exploit sovietici non può non essere sostanzialmente vista come una corsa ai ripari per recuperare in immagine agli occhi degli alleati così come a quelli degli avversari.
Quando - tra il 1961 e il 1962 - il Presidente americano John F. Kennedy delineò la volontà degli Stati Uniti di colmare prima e superare poi il gap allora esistente con l'URSS nella realizzazione di vettori e sistemi spaziali, con l'obiettivo dichiarato di portare entro il decennio un Americano sulla Luna e di farlo rientrare a terra sano e salvo, egli volle stabilire nell'immaginario collettivo della società americana e dell'intero mondo libero un paragone con un'altra epica operazione di esplorazione di territori incogniti e pericolosi, la colonizzazione del West degli Stati Uniti ad opera dei pionieri nei secoli passati, inviando un messaggio rivolto non soltanto alla comunità scientifica, ma anche e soprattutto ai popoli della Terra ancora in bilico tra l'accettazione dello stile di vita occidentale o di quello sovietico.
E che la corsa allo spazio avesse soprattutto motivazioni di prestigio e di propaganda - prima che scientifiche - lo dimostra il fatto che gli USA, impegnati in quegli anni nell'avventura lacerante e soprattutto dispendiosissima del Vietnam, cancellarono le ultime tre missioni lunari Apollo per motivi di budget quando ormai la gara coi sovietici era stata ampiamente vinta e gli obiettivi scientifici da soli non erano più così sentiti da far sì che quelle missioni fossero ancora considerate come una priorità.
Allo stesso modo, una volta che gli USA li ebbero battuti nella gara per la Luna, i sovietici non ritennero più il caso di impegnare sforzi e denaro nel portare avanti il loro parallelo programma lunare, che a fini d'immagine non valeva ormai più i soldi che costava. Interruppero così all'inizio degli anni '70 i loro programmi di sbarco sulla Luna (peraltro afflitti da una pletora di problemi tecnici), che rimasero segreti fino al 1989 quando finalmente le granitiche barriere della Cortina di Ferro cominciarono a sgretolarsi sotto i colpi della
glasnost di Mikhail Gorbacev.
Ma, per quanto le motivazioni della corsa allo spazio non fossero in realtà sempre così limpide e cristalline come allora si voleva far credere, l'epopea che ne è conseguita è stata comunque emozionante e coinvolgente, mettendo l'umanità di fronte a realizzazioni tecniche inconcepibili fino a pochi anni prima e raggiunte grazie al coraggio e all'abnegazione - e per qualcuno anche al sacrificio estremo della propria vita - di migliaia di uomini e di donne in ogni parte del mondo.
La ricaduta delle conquiste spaziali nella vita di tutti i giorni con un numero apparentemente inesauribile di brevetti e apparecchiature tecniche e scientifiche sta a dimostrare che, al di là dei fini propagandistici e di bandiera, la corsa alla Luna iniziata nell'ottobre del 1957 col lancio del primo Sputnik da parte dell'Unione Sovietica ha dato moltissimo all'Uomo, a cominciare dal sogno e dalla speranza che le qualità migliori del suo ingegno potessero essere messe a frutto in qualcosa di ben più pregnante e diverso dalla ricerca di tecnologie volte ad autodistruggersi.
Per questo motivo l'Osservatorio Astronomico di Bologna, nel 50° anniversario della messa in orbita dello Sputnik, ha voluto ricordare l'evento in questo CD con un excursus che prende in esame le conquiste scientifiche dell'umanità nel periodo che va da quel primo lancio fino allo sbarco sulla Luna nel 1969, rapportando quelle conquiste alle vicende mondiali di quegli anni in un contesto che comprende storia, costume e società.
E' un modo non solo per ricordare ai meno giovani cosa succedeva in quegli anni, ma anche per insegnare alle generazioni più recenti spezzoni di vita, storia e costume che difficilmente potrebbero avere occasione di imparare altrove.
Il tutto, si spera, in una forma sintetica e interessante che possa dare all'utente fruitore di questo supporto informazioni di base già di per sé sufficienti ad inquadrare correttamente eventi che il tempo rischia di far ingiustamente sbiadire dalla memoria, ma anche lo stimolo ad approfondire vicende e momenti storici di particolare interesse personale.