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<< Prima I sognatori
Alcuni dei personaggi che hanno aperto la strada alla scalata dell'uomo allo spazio.
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Konstantin Eduardovich Tsiolkovsky
(17/9/1857 - 19/9/1935)
Pioniere dell'aeronautica e dell'astronautica. Affetto da sordità sin da giovanissima età per i postumi di una scarlattina, compì i propri studi a Mosca in condizioni estremamente disagiate ed in considerevole parte come autodidatta. Diplomatosi maestro nel 1879, si dedicò all'insegnamento della matematica e della geometria, cominciando nello stesso periodo a interessarsi a problemi aeronautici ed astronautici, alla dirigibilistica, al volo dei più pesanti dell'aria e ai razzi.
Nel 1885 disegnò un dirigibile a struttura metallica e nel 1894 pubblicò una nota illustrativa di un progetto di aeroplano metallico. Nel 1897 realizzò con i propri mezzi la prima galleria aerodinamica russa, eseguendo numerose esperienze sulla resistenza dei corpi, e nel 1900 la sua notevolissima attività venne alla fine notata dall'Accademia Russa delle Scienze, che decise di versargli una sovvenzione.
Più ancora che nel campo dell'aviazione, l'attività di Tsiolkovsky fu però notevolissima in quello, per l'epoca più avveniristico, dell'astronautica, dove restano meritatamente famose alcune sue celebri note, quali Lo spazio libero (1883) e Considerazioni su Terra e Universo (1895).
Dopo aver definito in questa nota la velocità da imprimere ad un mobile per poterlo sottrarre alla gravitazione terrestre (circa 11200 m/sec, pari a circa 40000 km/h), espose e precisò le sue teorie nel 1896 sulla rivista La Terra e l'Uomo, finchè nel 1903 pubblicò, sulla Rivista Scientifica di Pietroburgo, il celebre articolo Esplorazione degli spazi cosmici con veicoli a reazione. In questo lavoro, e nel successivo volume Il razzo nello spazio cosmico, pubblicato a Kaluga nel 1923, Tsiolkovsky sosteneva che il razzo era l'unico veicolo utilizzabile per viaggi nello spazio extra-atmosferico, definendone le prestazioni e le possibilità con rigore matematico. Tra le più notevoli anticipazioni di Tsiolkovsky sono specialmente da ricordare quelle relative alla guida di razzi mediante alette orientabili, immerse nel getto propulsivo, quelle sui missili polistadio di cui veniva sostenuta la superiorità, quali vettori, nei confronti dei più semplici monostadio, sulla frenatura aerodinamica di un veicolo spaziale durante il rientro, sulla messa in orbita e sull'impiego di piattaforme orbitali, nonché i primi calcoli rigorosi sulle velocità e sulle traiettorie dei missili.
Viene spesso citata una sua affermazione che è diventata una specie di manifesto per l'esplorazione dello spazio: "La Terra è la culla dell'umanità, ma l'Uomo non può vivere per sempre nella culla".
Robert H. Goddard
(5/10/1882 - 10/8/1945)
Fisico statunitense, fu pioniere nel campo dei razzi guidati a propellente liquido e legò il suo nome a molte importanti invenzioni agli inizi della missilistica. Compiuti gli studi al politecnico di Worcester (Massachusetts) nel 1908 e all'università Clark nel 1910/11, fu assistente negli stessi atenei e in quello di Princeton e, dal 1919 al 1943, professore e direttore dei laboratori di fisica della stessa università Clark.
Nel 1914 costruì un razzo a due stadi a combustibile solido e, fra il 1914 e il 1916, elaborò la teoria fondamentale del volo dei razzi: nel 1923 mise a punto un motore per razzi alimentato a benzina e ossigeno liquido e nel 1926 lanciò il primo razzo a combustibile liquido, che era alto circa m 1,20 ed aveva un diametro di cm 15 circa; nel 1929 lanciò il primo razzo che trasportava strumenti (un barometro, un termometro ed una macchina fotografica); impegnatosi nella ricerca sui razzi adatti a raggiungere quote particolarmente elevate, fra il 1924 e il 1942 perfezionò le camere di combustione autoraffreddanti, i primi sistemi di guida automatici e i razzi a più stadi.
Fra il 1930 e il 1942 cominciò a interessarsi alla ricerca sui razzi, divenendo nel 1942 direttore di ricerca nell'ufficio aeronautico del dipartimento americano della Marina. Membro di molte società ed istituzioni scientifiche, conseguì ben 214 brevetti nel campo della missilistica. Le sue opere principali sono: A Method of Reaching Estreme Altitudes (1914) e Rocket development: Liquid-Fuel Rocket Research (1929-41, pubblicato postumo nel 1948).
Durante la seconda guerra mondiale progettò piccoli razzi intesi a favorire il decollo degli aerei dalle portaerei, mise a punto il primo razzo a polveri in grado di funzionare senza fumo e diede la dimostrazione sperimentale dell'efficienza della propulsione a razzo nel vuoto. Una sua vecchia invenzione, poi perfezionata, diede origine al lanciarazzi anticarro noto come bazooka.
Hermann Oberth
(25/6/1894 - 28/12/1989)
Nato a Sibiu, Romania, Oberth è, assieme al russo Tsiolkovsky e all'americano Goddard, uno dei tre padri fondatori della missilistica e dell'astronautica.
Attraverso gli scritti di Jules Verne, ed in particolare il romanzo Dalla Terra alla Luna, si appassionò ancora in giovane età ai problemi relativi all'impiego dei razzi nel campo delle esplorazioni interplanetarie, costruendo il suo primo modello di razzo all'età di 14 anni e arrivando a concepire autonomamente il concetto di veicolo spaziale multistadio.
Nel 1922 la sua dissertazione di dottorato sulla scienza missilistica fu rigettata in quanto "utopistica" e Oberth finì per pubblicarla privatamente, espandendola poi a 429 pagine nel 1929 col titolo di Die Rakete zu den Planetenraumen, libro in cui si trovano interessanti anticipazioni di problemi tecnici, in parte risolti molti decenni più tardi.
Rimasto cieco ad un occhio nel tentativo di realizzare un razzo nel 1928, abbandonò gli esperimenti pratici, che riprese poi negli stabilimenti nazisti per lo studio delle armi segrete: partecipò attivamente alle ricerche per la messa a punto del razzo V-2 occupandosi in seguito anche di razzi antiaerei a propellente solido.
Dopo la seconda guerra mondiale trovò occupazione quale tecnico in Svizzera nel 1949 e, dal 1950 al 1953, in Italia su invito di Broglio, al servizio della Marina Militare.
Nel 1953 pubblicò l'interessante volume Menschen in Weltraum (Uomini nello spazio). Successivamente venne chiamato negli USA, dove assieme al suo ex-studente Von Braun sviluppò progetti di razzi spaziali ad Huntsville, Alabama; tra le altre cose, Oberth si occupò anche dello studio The development of Space Technology in the Next Ten Years.
Nel 1958 tornò in Germania, dove pubblicò le sue idee a proposito di un veicolo da esplorazione lunare e di una "catapulta lunare". Tornò negli USA nel 1960, andando a lavorare per la Convair come consulente tecnico per il razzo Atlas.
Oberth andò in pensione nel 1962, all'età di 68 anni. La crisi energetica del 1973 lo ispirò a cercare fonti di energia alternative, occupandosi tra le altre cose di un progetto che sfruttava l'energia del vento. Tuttavia i suoi principali interessi durante gli anni finali della sua vita furono legati a temi filosofici.
Sergei Pavlovich Korolev
(30/12/1906 - 14/1/1966)
Sergei Korolev, nato a Zhitomir (oggi in Ucraina) il 30/12/1906 (o, secondo il calendario gregoriano, il 12/1/1907), fu il capo progettista e disegnatore dei razzi sovietici durante la gara spaziale tra URSS e USA negli anni '50 e '60. A differenza della sua controparte negli Stati Uniti, Wernher Von Braun, il suo ruolo e il suo stesso nome furono mantenuti come segreto di Stato fino alla sua morte e solo di recente sono venuti alla luce molti fatti collegati alla sua vita e al suo lavoro. Negli anni in cui diresse il programma spaziale sovietico era conosciuto al di fuori dell'industria aerospaziale semplicemente come il "Progettista Capo".
Vittima delle purghe staliniane nel 1938, fu rinchiuso in un gulag siberiano per quasi sei anni con l'accusa di comportamento sovversivo (apparentemente a causa del suo desiderio di sviluppare un propulsore per razzi a propellente liquido anziché solido: secondo l'accusa, aveva speso troppo denaro per un progetto che l'Istituto di Ricerca sulla Propulsione a Reazione - di cui faceva parte - non considerava prioritario). Dopo la sua reintegrazione e il suo rilascio, divenne una figura chiave nello sviluppo del programma dei missili ICBM sovietici. Venne in seguito nominato capo del programma spaziale sovietico e a lui si devono gli iniziali successi dei progetti Sputnik e Vostok.
La sua morte nel 1966 ebbe drammatiche conseguenze sui programmi spaziali in corso di sviluppo in URSS anche per colpa dei suoi successori, divisi da rivalità e certamente non dotati delle sue capacità organizzative oltre che ingegneristiche. Anche il programma lunare sovietico, cui stava lavorando, senza la sua guida si arenò inesorabilmente a causa di insormontabili problemi tecnici e organizzativi.
Luigi Broglio
(11/11/1911 - 14/1/2001)
C'è chi lo ha definito "il Von Braun italiano" ed in effetti si deve proprio alla lungimiranza e alla ferrea determinazione di questo militare scienziato se l'Italia è stata la terza nazione in assoluto dopo URSS e USA a mettere in orbita, nel 1964, un satellite artificiale di propria costruzione.
Nato a Mestre nel 1911 e trasferitosi a Roma con la famiglia nel 1915, si laureò in ingegneria civile nel 1934; nel 1937, appena congedato dopo aver assolto gli obblighi di leva come ufficiale di Artiglieria, partecipò al concorso per ingegneri della Regia Aeronautica, venendo arruolato col grado di Tenente e destinato al Centro Studi ed Esperienze di Guidonia. In quel periodo si occupò di vari progetti concernenti le tecnologie aeronautiche e, dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, anche dello sviluppo di un velivolo da caccia a getto. Poi, nelle drammatiche vicende seguite all'armistizio, partecipò alla guerra di liberazione unendosi ai partigiani bianchi comandati da Paolo Emilio Taviani. Finita la guerra, già nel 1947 ebbe modo di svolgere incarichi di insegnamento e partecipare a congressi all'estero, dove potè incontrare famosi ricercatori stranieri.
Promosso Maggiore dell'Aeronautica Militare nel 1950, su invito del prof. Antonio Ferri fu autorizzato dall'Arma a recarsi a La Favette, negli USA, dove tenne un corso di matematica e fisica e uno di aeronautica in qualità di visiting professor. Seguì un periodo di intensa collaborazione con organismi tecnici e scientifici degli Stati Uniti che consentì a Broglio, primo in Italia, di realizzare un tunnel supersonico da Mach 4 presso la Scuola di Ingegneria Aeronautica, di cui era stato nominato preside nel 1952.
A seguito di specifico incarico conferitogli nel 1956 dal Segretario Generale dell'Aeronautica Militare, Broglio si dedicò allo studio dei razzi e delle attività aerospaziali, dando il via ad un programma di ricerche nell'alta atmosfera attrezzando a tale scopo - con pochissime risorse ma enorme capacità organizzativa - un piccolo poligono di lancio in Sardegna. Da qui diede inizio ad una campagna di ricerca denominata "Nube di Sodio", utilizzando vettori statunitensi Nike che facevano espandere, a quote tra i 200 e i 300 chilometri, gigantesche nubi di sodio o di litio visibili da gran parte dell'isola. A seguito delle esperienze prodotte da queste ricerche, Broglio propose nel 1961 al capo del Governo allora in carica, Fanfani, il progetto di mettere in orbita, da un poligono nazionale, un satellite artificiale di costruzione italiana. L'idea, che poteva all'epoca apparire fin troppo ambiziosa e pretenziosa, venne giudicata positivamente e nel 1962 nacque ufficialmente il Progetto San Marco, finanziato con apposta Legge nel 1963.
Sotto la direzione di Broglio il complesso progetto trovò piena realizzazione nei tempi previsti. Dopo la sottoscrizione dei protocolli d'intesa con gli USA per la cessione dei razzi vettori Scout, si proseguì con la progettazione del satellite vero e proprio e la sua costruzione in più esemplari, procedendo nel contempo all'approntamento di una base di lancio missilistica installata in una posizione equatoriale particolarmente favorevole al largo delle coste del Kenya (utilizzando due pontoni per trivellazione marina dell'AGIP, materiali dimessi dalla NASA e con il supporto dell'Aeronautica Militare Italiana) e l'addestramento dei tecnici presso il complesso statunitense di Wallops Island. Finalmente, il 15 dicembre 1964, avvenne da Wallops Island (la base italiana non era ancora pronta) il lancio riuscito del primo satellite San Marco; saranno sei in totale, l'ultimo dei quali messo in orbita nel 1988, anno in cui l'attività di lancio del complesso italiano ebbe termine.
A quel punto Broglio propose la realizzazione di un vettore di costruzione nazionale sul modello dello Scout, con l'obiettivo di utilizzare il complesso al largo delle coste kenyote una vera e propria base europea per il lancio di piccoli satelliti in orbita bassa e utilizzabili per telerilevamento, telecomunicazioni, controllo ambientale e monitoraggio del territorio. Ma le sue idee non trovarono l'accoglienza sperata e l'ASI, Agenzia Spaziale Italiana, decise che la base del progetto San Marco avrebbe avuto una valenza futura soltanto con riguardo al controllo e ricezione dei dati satellitari e telemetrici dei vettori europei Ariane.
Dimessosi nel 1993 dall'Agenzia Spaziale Italiana, il Generale del Genio Aeronautico Luigi Broglio continuò a dedicarsi ai suoi studi e ricerche fino alla morte, avvenuta a Roma il 14 gennaio 2001. Qualche informazione sul "Centro Spaziale Luigi Broglio" (così denominato dal 2001, dopo la scomparsa del suo fondatore) situato a Malindi, in Kenya, e gestito dall'Agenzia Spaziale Italiana. La sua collocazione ad una latitudine quasi equatoriale ne fece un'ottima base spaziale, anche se l'attività di lancio vera e propria vi ha avuto luogo soltanto tra il 1966 e il 1988. Il sito è composto da un'installazione terrestre, consistente nel centro di raccolta dati, e da piattaforme oceaniche, operative dal 1966. I lanci dei vettori statunitensi Scout avvenivano dalla piattaforma denominata "San Marco", mentre le altre due piattaforme "Santa Rita 1" e "Santa Rita 2", distanti dalla prima circa un chilometro e mezzo, erano destinate al controllo.
In totale i lanci avvenuti tra il 1966 e il 1988 sono stati ventitre (dieci Scout e tredici Nike): l'ultimo satellite lanciato è stato, il 25 marzo 1988, il San Marco D/L. Tra i veicoli messi in orbita i sei San Marco, quattro satelliti astronomici americani comprendenti Uhuru ("libertà" in Swahili, così denominato in onore del settimo anniversario dell'indipendenza del Kenya), lanciato il 12/12/1970, primo satellite dedicato esclusivamente allo studio di sorgenti celesti di raggi X e progettato da due italiani emigrati in America, Bruno Rossi (laureatosi a Bologna) e Riccardo Giacconi (insignito del premio Nobel nel 2002), e il satellite scientifico britannico Ariel V, lanciato il 15/10/1974 e anch'esso dedicato all'Astronomia X. Attualmente il centro provvede al tracciamento dei veicoli spaziali di varie agenzie straniere (NASA, ESA, Agenzia Spaziale Cinese, ecc.).
Wernher Von Braun
(23/3/1912 - 16/6/1977)
E' una delle figure principali nello sviluppo della missilistica prima in Germania e poi negli Stati Uniti, dove è considerato il padre del programma spaziale che ha portato l'Uomo sulla Luna.
Nato a Wirsitz, in Prussia (oggi in Polonia), si appassionò all'astronomia e allo spazio dopo aver ricevuto in regalo dalla madre un telescopio. Migrato con la famiglia in Germania dopo l'annessione di Wirsitz alla Polonia nel 1920, il giovane Von Braun non brillava negli studi matematici e fisici, ma un giorno acquistò il libro Die Rakete zu den Planetenraumen di Hermann Oberth, che lo appassionò a tal punto da farlo eccellere, da allora in poi, in quei campi. Nel 1930 iniziò a frequentare l'Istituto di Tecnologia di Berlino e successivamente entrò nella Società dei voli spaziali, dove assistette Oberth nei test sui razzi a motore con combustibile liquido. Dopo aver ricevuto il diploma entrò all'Università di Berlino.
Ben presto le sue ricerche interessarono l'Esercito Tedesco, e sotto l'egida del capitano Walter Dornberger fu assicurata a Von Braun una concessione di ricerca presso il reparto di artiglieria a Kummersdorf, dove si stavano sviluppando studi sui razzi a combustibile solido, e alla fine del 1934 la sua equipe riuscì a lanciare due razzi che percorsero 2,4 km.
Ma i militari ormai stavano monopolizzando lo sviluppo e la ricerca missilistica e avevano creato un apposito centro sperimentale sito presso Peenemunde, sul Mar Baltico, di cui Dornberger divenne comandante e Von Braun direttore tecnico. Il gruppo di Peenemunde si dedicò fra l'altro allo sviluppo del missile balistico a lungo raggio A-4 (poi noto come V-2) e del missile supersonico antiaereo Wasserfall.
Nel marzo del 1944 Von Braun fu arrestato dalla Gestapo per crimini contro lo Stato a causa dei suoi continui discorsi sulla possibile utilizzazione di missili per l'esplorazione dello spazio, ma Dornberger riuscì a farlo liberare sostenendo che senza il suo apporto la produzione delle V-2 sarebbe stata a rischio. Nel marzo del 1945, con l'Armata Rossa ormai alle porte, Von Braun e 500 altri scienziati e tecnici dopo un viaggio avventuroso attraverso la Germania distrutta si consegnarono agli Americani, che avevano già dato istruzioni a unità appositamente costituite di mettersi alla caccia delle armi segrete naziste e dei loro costruttori.
Così, mentre molti altri loro colleghi prendevano la strada di Mosca, Von Braun e i suoi si imbarcavano per gli Stati Uniti, portando con sé le idee e le esperienze che avrebbero un giorno fatto scendere i primi uomini sulla Luna.
Dopo alterne vicende e un non sempre facile periodo di ambientamento nella nuova patria, nel 1950 Von Braun e la sua squadra furono trasferiti a Huntsville, in Alabama, dove sarebbero rimasti a lungo. Tra il '50 e il '56 Von Braun condusse l'equipe dell'Esercito alla creazione del razzo Redstone, continuando a sognare un mondo in cui razzi e missili sarebbero serviti per l'esplorazione dello spazio: in questo contesto pubblicò su una rivista la sua concezione di una stazione spaziale. Il suo team sviluppò poi il Jupiter-C, un derivato del razzo Redstone, che avrebbe messo in orbita il primo satellite statunitense, l'Explorer 1, il 31 gennaio 1958.
Nel 1960 Von Braun e il suo staff furono trasferiti alle dipendenze della neonata NASA presso il Marshall Space Flight Center, di cui Von Braun fu direttore fino al 1970. Il primo importante progetto del Centro Marshall fu lo sviluppo del razzo Saturn, in grado di portare astronauti sulla Luna. E nel 1969 fu proprio un razzo Saturn V creato dall'immaginazione di Von Braun e del suo staff a portare nello spazio, per la sua storica missione, l'equipaggio dell'Apollo 11.
Von Braun lasciò la NASA nel 1972, trovando occupazione presso industrie aerospaziali private fino alla morte, avvenuta il 16 giugno 1977 all'età di 65 anni.
Giuseppe "Bepi" Colombo
(1920 - 1984)
Giuseppe Colombo nasce a Padova nel 1920 dove compie i primi studi, laureandosi poi in matematica presso l'Università di Pisa nel 1944; in seguito torna a Padova prima come assistente e poi come Professore Associato di Meccanica Teorica presso l'Università. Nel 1955 diventa Professore Ordinario di Meccanica Applicata presso la facoltà di Ingegneria di Padova tenendo, durante la sua carriera, lezioni di Meccanica Celeste, Geodesia Spaziale, Meccanica delle Vibrazioni e Veicoli e Vettori Spaziali. Oltre a dedicarsi all'impegno universitario, partecipa a ricerche presso l'Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, il Caltech e il Jet Propulsion Laboratory, diventando consulente presso i maggiori centri spaziali degli Stati Uniti e membro di varie commissioni consultive di accademie nazionali ed internazionali. Tra i numerosi premi e riconoscimenti internazionali che gli sono stati tributati si segnala la medaglia d'oro della NASA per gli eccezionali risultati scientifici conseguiti. Giuseppe Colombo è noto per i suoi studi sul periodo di rotazione di Mercurio che hanno permesso alla sonda americana Mariner 10 di compiere tre fly-by attorno al pianeta nel 1974 e 1975, così come per il progetto della missione Solar Probe, per la promozione di applicazioni dell'idea di Skyhook, un nuovo tipo di radiometro gravitazionale orbitante e per l'interpretazione della variazione di luminosità azimutale dell'anello A di Saturno visto come una struttura a spirale. A lui si deve anche il progetto fortemente innovativo del "satellite al guinzaglio", portato in volo dalla NASA in due missioni dello Space Shuttle: STS-46 (Atlantis) nel 1992 come missione TSS-1 con la partecipazione dell'astronauta italiano Franco Malerba, e STS-75 (Columbia) nel 1996 come missione TSS-1R con la partecipazione degli astronauti italiani Maurizio Cheli e Umberto Guidoni. Il sogno dell'eminente scienziato per lo sviluppo della ricerca spaziale negli atenei italiani viene portato avanti all'Università di Padova presso il CISAS (Centro Interdipartimentale di Studi e Attività Spaziali "G. Colombo"), dal cui sito internet ( http://cisas.unipd.it/) sono state tratte le principali informazioni sopra riportate.
Kenneth Gatland
(1924 - 1998)
Kenneth Gatland è stato uno dei più importanti teorici spaziali degli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Si ritiene che il suo testo del 1951 "Minimum Satellite Vehicles", scritto in collaborazione con A.M. Kunesch e A.E. Dixon, abbia convinto le forze armate statunitensi che satelliti artificiali potevano essere lanciati utilizzando la tecnologia esistente.
Nato nel 1924, Gatland frequentò la Surbiton Secondary School e a 17 anni si unì allo staff di disegnatori della Hawker Aircraft a Kingston, lavorando durante la guerra allo sviluppo di famosi aerei da caccia come l'Hurricane, il Typhoon e il Tempest. Alla rinascita della British Interplanetary Society nel dopoguerra ne divenne consigliere, poi vice-presidente e presidente prima di lasciare la carica negli anni '70 per assumere un incarico dirigenziale presso la British Aerospace.
Nel campo delle scienze spaziali ha lasciato opere importanti. Il suo primo libro, "The Development of the Guided Missile" (1952) fu immediatamente tradotto in Russo e fu seguito, nel 1953, da "Space Travel" (scritto in collaborazione con Kunesch), da "Astronautics in the Sixties" (1962), dall'"Encyclopedia of Spaceflight" (1967-75, in quattro volumi) e dall'"Encyclopedia of Space Technology" (1981): ognuna di queste opere divenne riferimento standard nel decennio in cui venne pubblicata.
Nel 1958 Gatland catturò l'interesse della stampa col suo Project Migrant, una proposta per una sonda destinata a compiere un atterraggio morbido sulla Luna, e nel 1964 pubblicò "Spacecraft and Boosters", rassegna di tutte le imprese spaziali compiute nell'anno e che avrebbe dovuto essere il primo volume di una serie che sfortunatamente non ebbe seguito.
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