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Kennedy, John Fitzgerald
1917-1963
Il 22 novembre del 1963, il Presidente americano John Fitzgerald Kennedy fu assassinato mentre l'auto che lo sta trasportando percorre le strade di Dallas. La sua carriera politica ha inizio dopo la seconda guerra mondiale, prima come rappresentante del partito democratico al Congresso e poi, dal novembre del 1952, al Senato.
Nel novembre del 1960, milioni di persone lo guardano, in televisione, sfidare il candidato repubblicano Richard Nixon. Vincendo con un margine ristretto, Kennedy è il primo cattolico ad entrare alla Casa Bianca. Si contorna di intellettuali e di politici esperti che formano un grande staff al suo servizio. Nel discorso di inaugurazione ricorda agli americani: "non chiedetevi cosa il vostro paese può fare per voi, chiedetevi cosa voi potete fare per il vostro paese".
Si riallaccia alla tradizione progressista di Wilson e di Roosevelt e rilancia il mito della "nuova frontiera": non più materiale, come quella dei pionieri dell'Ottocento, ma spirituale, culturale e scientifica. Si batte per imporre l'integrazione razziale negli stati del sud che ancora praticano forme di discriminazione nei confronti dei neri.
In politica estera, quando, nell'ottobre del 1962, aerei americani scoprono i missili sovietici, Kennedy ordina il blocco navale di Cuba. Il mondo è sull'orlo di un nuovo conflitto mondiale e l'imminente tragedia viene evitata grazie al raggiungimento di un compromesso.
Kruscev smantella le basi missilistiche e Kennedy si impegna ad astenersi da azioni militari contro Cuba. L'anno successivo URSS e USA firmano un trattato per la messa al bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera, ma Kennedy non farà in tempo a vederne gli esiti..