(Raccolta Salce, Museo Civico, Treviso) |
Il processo di liofilizzazione risale al 1906, ma fu soltanto nel 1946-47 che fu applicato con buoni risultati ad alcuni prodotti alimentari. Durante questo processo l'acqua viene rimossa dagli alimenti, mentre ancora ghiacciata, attraverso un processo conosciuto come sublimazione. L'alimento viene congelato a circa -30° C. Dopo, in vaschette, l'alimento è posto in camere sottovuoto refrigerate dove del calore viene attentamente liberato. Come conseguenza, lo stato dell'acqua degli alimenti passa direttamente da ghiaccio a vapore acqueo, saltando quindi la fase liquida. In Italia i liofilizzati arrivarono (e poi vi furono prodotti) soltanto dopo gli anni Sessanta. Furono accettati all'inizio molto timidamente. Tra i primi impieghi, i vati tipi di latte e di pappe per bambini, i caffè solubili, le polveri per bevande di ogni tipo, the e aranciate, integratori alimentari, frutta e minestre in busta.