I telescopi negli anni trenta
All'epoca della costruzione del telescopio Zeiss di Loiano, gli
Osservatori Astronomici italiani erano undici e precisamente quelli di Catania,
Milano (Brera-Merate), Napoli (Capodimonte), Padova, Roma, Teramo (Collurania),
Torino (Pino Torinese), Trieste e i tre universitari di Bologna, Palermo e Firenze
(Arcetri).
La disciplina astronomica presso l'Università di Bologna ha una storia antica.
L'insegnamento dell'astronomia vi ha luogo da più di 800 anni: vi hanno
studiato Dante e Copernico e vi hanno insegnato, tra molti altri, Bartolomeo
da Parma, Egnazio Danti, Bonaventura Cavalieri, Gian Domenico Cassini e Geminiano
Montanari. Sempre a Bologna è stato costruito il primo osservatorio astronomico
pubblico, agli inizi del Settecento, anche se, dopo un secolo di grande fama e
notorietà, durante l'Ottocento l'astronomia bolognese dovette segnare
una battuta d'arresto. Questo si concretizzò con l'assenza quasi completa,
ai primi del Novecento, di una strumentazione astronomica degna di un osservatorio
moderno.
La costruzione del telescopio di Loiano da 60 cm permise all'Osservatorio di Bologna
di trovarsi, dopo più di un secolo, nuovamente ai vertici della ricerca
astronomica italiana. Gli altri Osservatori, infatti, godevano di una strumentazione
tardo-ottocentesca e i più erano dotati di telescopi da 30 cm di apertura
al massimo. Solo Milano possedeva un rifrattore di Merz da ben 50 cm di apertura
e 7 metri di focale - risalente al 1882 e usato dal noto astronomo Schiaparelli
per le ricerche su Marte - e, presso la sua sede di Merate, un riflettore Zeiss
da 102 cm di diametro, ricevuto dalla Germania nel 1926 in conto riparazioni di guerra. Anche Trieste aveva un riflettore Zeiss fin dal 1919, ma pił piccolo: 50 cm di diametro e 3 metri di focale.
Il grande riflettore di Asiago dell'Osservatorio astronomico di Padova, da 120 cm
di diametro, fu poi realizzato dalle Officine Galileo solo nel 1942.
Il confronto con la realtà estera e, in particolare, con quella d'oltre oceano
risultava ancora più sfavorevole per l'Italia. Infatti, il maggior rifrattore
al mondo, con ben un metro di diametro, era stato costruito negli Stati Uniti, presso
l'Osservatorio di Yerkes, sin dal 1897.
A seguire, furono realizzati i due riflettori di Monte Wilson da 1,5 e 2,5 metri
di diametro, rispettivamente nel 1908 e 1917, che consentirono a Edwin Hubble di
trovare la sua legge sull'espansione dell'Universo.
Negli stessi anni in cui si costruiva il 60 cm bolognese, in California, a Monte
Palomar, si stava progettando un telescopio con un diametro quasi 10 volte maggiore.
A causa dell'impegno bellico degli Stati Uniti, il completamento del grande
telescopio da 5 metri di diametro, ormai pronto nel 1940, avvenne al termine
delle ostilità e l'inaugurazione ebbe luogo nel 1948.
L'Italia, dal canto suo, avrebbe dovuto ricevere in dono dalla Germania grandi e
moderni strumenti, promessi da Hitler a Mussolini, ma mai giunti a destinazione.
Il luogo voluto per accogliere la nuova struttura era Monte Porzio, sui colli
a sud-ovest di Roma, dove attualmente ha sede l'Osservatorio Astronomico di Roma.
Il più interessante degli strumenti dedicati all'Italia era del tipo
Schmidt da 1,5 metri di diametro, che andò invece all'Osservatorio
di Pulkowa, in conto di riparazione dei danni di guerra alla Russia.
Esattamente quarant'anni dopo la costruzione del telescopio da 60 cm,
sempre a Loiano, fu inaugurato un nuovo strumento da 152 cm di apertura dedicato
al famoso astronomo italiano Gian Domenico Cassini e per il quale, nel corso
del "2005-Anno Cassiniano", sono stati celebrati i 30 anni dalla costruzione.
Francesco Poppi