1936-1976: dal telescopio da 60 cm al telescopio "G.D. Cassini" da 152
Già durante le prime
fasi di progettazione del 60
cm, Horn si era reso conto delle difficoltà
tecniche e, soprattutto per l’Italia degli anni Trenta, anche economiche
legate alla costruzione di grandi specchi monoblocco.
Sviluppò,
quindi, l’idea, del tutto originale, della realizzazione di un grande
specchio, composto da un mosaico di specchi minori opportunamente allineati: il
telescopio “a tasselli”.
Il
prototipo, costruito tra il ’32 e il ’46, in più fasi, senza
finanziamenti specifici e senza l'aiuto della tecnologia attuale, era composto
da una sessantina di piccoli specchi con un diametro complessivo di circa un
metro.
Nel
1952, Horn giunse allo strumento definitivo da 1,8 m
di diametro complessivo
e una lunghezza focale da 10,4 m, ottenuto con 61 tasselli esagonali e installato in un
locale della torre della Specola, dove ancora oggi è visibile. Negli
anni Cinquanta, oltre 10.000 lastre del cielo zenitale di Bologna furono impressionate
con questo telescopio.
Questo
progetto – la cui originalità è internazionalmente
riconosciuta a Horn – è giustamente ritenuto il predecessore dei
moderni telescopi a più specchi e di grandi dimensioni, Mirror
Telescope, in Arizona sul Mount
Hopkins (6 specchi da 1,8m ciascuno), l’
Hobby-Eberly Telescope,
in Texas sul Mount Fowlkes (91 tasselli per complessivi 11,1 x
9,8 m e il Keck Observatory, alle Hawaii sul Mauna Kea (due telescopi gemelli con 36 tasselli per 10m di
diametro complessivi ciascuno).
Ma gli
anni passavano, il cielo cittadino era sempre meno utilizzabile e il
60 cm iniziava a mostrare i
suoi anni.
Così,
mentre da una parte l’Università di Bologna aveva realizzato il
grande radiotelescopio Croce del Nord
a Medicina, all’inizio degli anni Sessanta, avviando in Italia gli studi
radioastronomici, dall’altra parte, nel campo delle
osservazioni ottiche, la stessa Università realizzava, sempre a Loiano,
un moderno telescopio, puntato in cielo per le prime osservazioni, nel
settembre 1975. Nel settembre 1976, esattamente quarant’anni
dopo l’inaugurazione del telescopio Zeiss da 60 cm, venne inaugurato il
telescopio “G.D. Cassini” da 152 cm, realizzato dalla ditta francese
Reosc e installato in un edificio
appositamente progettato dall’Ufficio Tecnico
dell’Università di Bologna.
Entrambi
sono gestiti dall’Osservatorio Astronomico di Bologna dell’Istituto
Nazionale di Astrofisica.
La
scelta di dedicare a Gian Domenico Cassini questo nuovo strumento, che
assicurava a Loiano un’attività osservativa adeguata allo sviluppo
delle tecnologie e alle problematiche moderne, fu motivata dalla volontà
di ricordare l’importanza del grande astronomo ligure, del suo
insegnamento nello Studio universitario e delle fondamentali osservazioni astronomiche
da lui eseguite a Bologna.
Le ricerche che nel corso di trent’anni vi sono state
svolte e quelle che ancora continuano a svolgersi interessano diversi filoni
della ricerca astronomica: da quelle classiche, come lo studio dei sistemi
stellari binari e degli ammassi globulari galattici ed extragalattici, allo
studio dei processi di formazione dell’universo e dei modelli correnti
della sua formazione.
Lo strumento è anche utilizzato per la didattica
degli studenti del Corso di Laurea in Astronomia, della Laurea Specialistica in
Astrofisica e Cosmologia e del Dottorato di Ricerca in Astronomia, oltre che
per la preparazione di strumenti e programmi per osservazioni da compiere con i
più grandi telescopi a terra o nello spazio.