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Il Viking 2 Orbiter. |
Le missioni Viking
Venne quindi il momento delle
due sonde Viking. Esse erano veri e propri laboratori
biochimici approntati per verificare l'eventuale presenza
di forme di vita su Marte. Il Viking 1
atterrò il 20 luglio 1976 a Chryse Planitia
mentre il Viking 2 compì il suo atterraggio morbido il 3 settembre
del 1976 in una zona chiamata Utopia Planitia. Si scelsero volutamente
due luoghi distanti tra loro più di 6000 km in modo da esplorare
situazioni e zone differenti.
Ricerca d'attività biologica su Marte
Veri e propri robot spaziali,
le due sonde furono in grado di gestire complesse operazioni che
permisero di raccogliere, con bracci estensibili, campioni di suolo
e di introdurli nel laboratorio di bordo. Tre erano le prove fondamentali:
di fotosintesi, di attività metabolica e di respirazione, ideate
per evidenziare l'eventuale manifestazione nel suolo marziano
di variazioni chimiche dovute a processi biologici causati da microorganismi.
Il laboratorio era stato collaudato in diversi ambienti, compreso
quello particolarmente ostile delle regioni Antartiche, ed aveva sempre
riscontrato, con successo, tracce di vita.
Alcuni test sembrarono dapprima indicare qualche
segno di attività biologica ma indagini
successive confermarono che si trattava di reazioni inorganiche derivate
da particolari caratteristiche del suolo. Non si raccolse alcuna prova
dell'esistenza di molecole organiche né si rilevarono
tracce di vita, presente o passata, su Marte. Se in passato c'erano stati
dei microbi sulla superficie di Marte essi non avevano lasciato traccia.
Alcuni biologi però ritengono che la vita
possa essere ricercata in alcune
"nicchie biologiche", altri invece ritengono debba
essere cercata nel sottosuolo; in linea di
massima però la comunità
scientifica ritiene improbabili entrambe le possibilità.
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Una telecamera poteva riprendere, con tecnica digitale, immagini in bianco
e nero, a colori ed anche nell'infrarosso. Si registrarono, per
Chryse Planitia, variazioni di temperatura da -93° a -14°
in piena estate.
Si ebbe poi fino al 1988, con le spedizioni
di Phobos 1 e 2, una lunga pausa nella spedizioni di sonde verso Marte.
Questi due velivoli Sovietici sorvolarono le due lune senza
però riuscire ad atterrare su di esse.
Immagini relative alla missione Viking.
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Disegno che rappresenta un
modello della simulazione dell'atterraggio
sulla superficie di Marte. Il primo dei due moduli atterrò su Marte
il 20 luglio 1976, il secondo toccò la superficie del pianeta rosso
il 3 settembre dello stesso anno. Ciascun modulo portava degli strumenti che
esaminarono le proprietà fisiche e magnetiche del suolo marziano,
ed analizzarono l'atmosfera e le nubi di Marte.
Cortesia NASA/JPL.
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Apertura del paracadute del modulo del Viking. (Disegno).
Cortesia NASA/JPL.
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Atterraggio del modulo del Viking. (Disegno).
Cortesia NASA/JPL.
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Vista del suolo marziano dal Viking Lander 2. Si tratta di un
mosaico di oltre 20 immagini ad alta risoluzioni della regione Utopia
Planitia in cui era atterrato.
Cortesia NASA/JPL.
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Vista del suolo marziano dal Viking Lander 1 da un'immagine
composta in diversi colori rosso, blu e verde.
Cortesia di Calvin J. Hamilton.
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Vista della superficie di Marte nei dintorni del Viking Lander 2.
Cortesia di Calvin J. Hamilton.
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Vista della superficie di Marte nei dintorni del Viking Lander 2.
Cortesia di Calvin J. Hamilton.
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Questa immagine, ripresa dal Viking Lander 2,
mostra il bianco strato di acqua ghiacciata, dello spessore di pochi micron,
della zona attorno al lander.
Il materiale rossatro è costituito da rocce non coperte dalla
"brina" marziana.
Cortesia NASA/JPL.