Struttura della atmosfera di Giove
La struttura dell’atmosfera di Giove: zone e fasce
L’atmosfera di Giove, ma si può estendere il concetto
anche a quella di Saturno, presenta un suddivisione ben
definita in fasce e zone che si estendono sopra e sotto
l’equatore del pianeta. La principale loro caratteristica,
oltre all’elevata simmetria, è la grande stabilità dovuta
alla grande velocità di rotazione dei pianeti giganti.
Il colore delle zone e delle fasce è collegato alla loro
temperatura.
Le zone sono brillanti e fredde mentre le
fasce sono più scure ed anche più calde. La differenza si
spiega in termini di circolazione atmosferica anticiclonica
(zone-correnti ascendenti) e ciclonica (fasce-correnti discendenti),
ed è la conseguenza del fatto che nelle regioni anticicloniche le
correnti risalgono dagli strati più bassi mentre il contrario
avviene in quelle cicloniche.
Sostanzialmente nel loro moto
convettivo il gas risale dagli strati più profondi nelle zone
e poi ridiscende nelle fasce, che in genere sono prive di nubi.
Oltre ad una circolazione tipicamente verticale ne esiste anche
una orizzontale che risente fortemente della forza di Coriolis.
Le forze di Coriolis convertono la circolazione nord-sud in un
est-ovest e viceversa nell’altro emisfero. Questo fa si che si
instaurino venti con direzioni opposte di circolazione tra la
fascia a nord ed a sud di quella equatoriale.
Inoltre dal momento che la forza di Coriolis diminuisce
con la latitudine ecco che la larghezza delle zone e delle
fasce a loro volta diminuisce con l’aumentare della stessa.
I modelli però sono ancora insoddisfacenti nel rendere conto
della distribuzione dei venti in funzione della latitudine
osservati sia per Giove che per Saturno.
Tali modelli sono di due tipi:
modelli che si basano sulle variazioni dell’incidenza
della radiazione solare sulla superficie dei pianeti giganti
modelli che tengono conto del fatto che i pianeti
giganti hanno una fonte di energia interna ed è questa
che determina le correnti convettive che, a loro volta,
producono i venti nelle loro atmosfere
Entrambi i modelli presentano dei limiti.
La prima classe di modelli non rende conto della
presenza di forti correnti a getto nella fascia
equatoriale dei pianeti giganti mentre la seconda
classe di modelli richiede una fonte di energia
interna molto maggiore di quella che in effetti si osserva.