Nell'estate del 1609 Galileo volse al cielo, per la prima volta, un nuovo strumento che gli svelò un Cosmo del tutto diverso da quello fino allora conosciuto. Iniziava così un'avventura che avrebbe ampliato a livelli inimmaginabili ai tempi di Galileo i confini della conoscenza del nostro universo, riguardo al suo contenuto e alle sue dimensioni, alla fisica che lo governa, alle sue origini e alla sua evoluzione. (figura 1 in alto e figura 2 a sinistra)
Le scoperte di monti e valli sulla Luna e di macchie sul Sole mostravano che gli astri non erano composti di materia incorruttibile. La scoperta di nuovi satelliti in rotazione intorno a Giove mostrava che la Terra non era l'unico centro di rotazione nel Creato. La scoperta di "un numeroso gregge di stelle", mai viste a occhio nudo, ampliava le dimensioni del Cosmo e infrangeva la sfera delle stelle fisse. La scoperta delle fasi di Venere metteva in discussione il sistema del Mondo allora vigente. (figura 3 a sinistra e figura 4 a destra)
Tutte queste osservazioni, iniziate quell'estate di 400 anni fa, mostravano come "questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi, l'Universo" fosse del tutto differente e discordante da quello conosciuto sin dall'antichità. La nuova scienza che Galileo iniziò a costruire - proprio a partire da quelle scoperte e nonostante critiche e processi - aprì così la strada a quella fisica che verrà definita 80 anni più tardi da Newton e che consentirà, di studiare l'universo nella sua interezza, applicandovi ovunque le stesse leggi. Dopo questa rivoluzione che ha spostato la Terra dal centro del Cosmo, altre ne seguiranno: con Darwin - 150 anni fa - per rivedere la posizione dell'Uomo sulla Terra e con Hubble - 80 anni fa - per rivedere la posizione della nostra Galassia nell'universo. (figura 5)
Lo scienziato Galileo Galilei è passato indenne attraverso questi 400 anni, superando polemiche e condanne, e si può affermare che il maggior contributo che egli ha fornito alla storia del pensiero sia proprio quello del metodo scientifico che ci ha lasciato come sintesi tra "sensate esperienze e necessarie dimostrazioni". (figura 6)
Per ricordare il quarto centenario delle prime osservazioni di Galileo l'Unione Astronomica Internazionale, con il patrocinio dell'ONU e dell'UNESCO, ha proclamato il 2009 "Anno Internazionale dell'Astronomia" (IAY), allo scopo di "aiutare i cittadini del pianeta Terra a riscoprire il loro ruolo nell'universo attraverso la conoscenza del cielo e a provare l'entusiasmo della scoperta e della condivisione delle conoscenze".
Le figure
Fig.1. Ritratto di Galileo, commissionato dallo scienziato a Ottavio Leoni nel 1624. [Firenze, Biblioteca Marucelliana]
Fig.2. Galileo presenta il telescopio al Doge di Venezia, in un affresco ottocentesco di Luigi Sabatelli. [Firenze, "Tribuna di Galileo"]
Fig.3. Nella prima edizione del Sidereus Nuncius (Venezia, 1610) compare il primo disegno di Galileo delle osservazioni della Luna che ci è pervenuto.
Fig.4. Quaderno di osservazione di Galileo in cui sono descritte le posizioni dei satelliti di Giove, scoperti il 7 gennaio del 1610, in una pagina del Sidereus Nuncius. [Firenze, Biblioteca Nazionale]
Fig.5. Galileo onora l'Astronomia, la Matematica e l'Ottica, presentando loro il suo cannocchiale e alcune delle sue nuove scoperte. Antiporta delle Opere di Galileo Galilei, stampate a Bologna nel 1656. [Bologna, Biblioteca del Dipartimento di Astronomia]
Fig 6. L'Astronomia e le arti liberali, in un grande tondo di Johann M. Rottmayr (1654-1730). [Laufen, Baviera]