Lo sviluppo di un modello plausibile per la formazione
del Sistema Solare-Il modello a piccola massa di Safranov ed Hayashi.
Il modello delle nebulosa primitiva va quindi integrato tenendo conto
di alcuni fatti sostanziali:
I dati da meteoriti
- L'analisi degli elementi e dei rapporti isotopici nei meteoriti
è utilizzabile come metodo per determinare le età
- in particolare un certo numero di elementi
quali l'ossigeno, il magnesio, ed il neon
presentano delle anomalie che suggeriscono la presenza, nella "nebulosa
molecolare primitiva", di "grani presolari" dovuti a materiale espulso
da supernovae, novae o stelle Wolf-Rayet.
Il contributo delle osservazioni delle zone di formazione stellare
-
Importanti sono le osservazioni delle regioni di formazione stellare nella
Galassia. Nelle associazioni stellari O-B ci sono le condizioni per produrre
le instabilità gravitazionali atte ad innescare il processo di formazione
planetaria.
Una onda d'urto, prodotta dall'esplosione di una supernova, può facilitare
l'innesco del processo di coalescenza gravitazionale comprimendo le nubi
molecolari preesistenti. Questo meccanismo però non è necessario in quanto
l'instabilità gravitazionale può avere luogo anche a partire da piccoli
frammenti (di circa un centesimo di massa solare) formatisi da stelle
di poche masse solari!
Infatti
- l'origine degli elementi a breve vita radioattiva come
Al26 nella nebulosa protosolare appare prodotta
nelle atmosfere delle giganti rosse di circa un massa solare
ne consegue che il modello che presuppone l'esplosione di una supernova nelle
vicinanze del sito di formazione planetaria non è strettamente necessario!